DIDATTICA DELLE DIVERSITÀ:
UN METODO DI LABORATORIO RIVOLTO AL GRUPPO


Il lavoro teatrale è già di per sé un esperienza fortemente orientata alla ricerca dell’altro, del diverso. Si può dire che il training dell’attore non sia altro che un modo per conoscere se stessi e dunque poter interpretare personaggi attraverso successive scomposizioni e ricostruzioni dell’io, un costante “mettersi dal punto di vista dell’altro”.

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Formazione per operatori

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Barattoli di carta

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Il castello dei sogni incrociati

Il metodo di lavoro del Draghetto, sviluppato soprattutto attraverso le esperienze e la ricerca dell’attrice e regista Manuela Del Beato, è stato sperimentato dai primi anni Novanta in numerosissimi laboratori nell’ambito scolastico, in quello sociale e in quello terapeutico. Scrive Manuela:

«Lo scopo del teatro non è quello di copiare la vita ma di trasformarla. In un laboratorio teatrale bisogna tener conto di vari fattori che ci permettono di arrivare a realizzarne gli obiettivi: la formazione del gruppo, lo spazio, il tempo, e la percezione. Poiché ciò che si studia a teatro è la comunicazione, i protagonisti del lavoro teatrale sono il gruppo e la persona nelle sue relazioni con il gruppo. Il primo passo da compiere quindi è quello di costituire un vero gruppo, con relazioni corrette di collaborazione, che sia accogliente e non giudicante, dove è permesso sbagliare e imparare con l’aiuto di tutti i componenti.

È dedicato a questo lavoro il primo periodo del laboratorio nel quale si rilevano i comportamenti e si delineano i profili psicologici dei componenti. È questo il periodo nel quale noi operatori impariamo i linguaggi e le dinamiche con le quali ci ritroveremo a lavorare. Utilizzo per questo scopo vari metodi che vanno dalla drammatizzazione guidata nello spazio al racconto di storie e fantasie personali: spesso i giochi d’espressione corporale rompono molte inibizioni e ridestano sentimenti positivi, ma davanti ad un profondo disagio psichico ed una intensa spaccatura tra mente e corpo allora il disegno la manipolazione di materiali come la creta, la cartapesta possono rivelarsi validi aiuti nel ricondurre il gruppo nel qui e ora.

Gli esercizi ed i giochi drammatici creano un’alterazione dell’abituale modo di percepire il proprio corpo e la realtà intorno, espandendo ed aprendo la percezione ad altri modi, di conseguenza il comportamento della persona ne risulta modificato.»

Una delle tecniche che Manuela ha sperimentato è quella messa a punto dal brasiliano Augusto Boal, detta del Teatro dell’Oppresso. Il lavoro del Draghetto è avvenuto all’interno del progetto europeo per la Regione Abruzzo “Innovative Methods of Adults Teaching”, tenutosi a L’Aquila e a Malta nel giugno-luglio 2003. Il Teatro dell’Oppresso è una tecnica di lavoro che si propone come fine la ricerca di un teatro utile al cambiamento sociale. È una forma di teatro popolare, sociale, politico, che affronta le problematiche delle “oppressioni” nel tentativo di sviluppare consapevolezza, attraverso la sperimentazione drammatica di varie soluzioni (teatro forum). L’intervento del Draghetto, svoltosi in collaborazione con il Centro Diurno Psichiatrico dell’Aquila diretto dal dottor Alessandro Sirolli, ha avuto come partecipanti attivi operatori ed utenti del centro stesso che, insieme ad attori della compagnia, hanno seguito un laboratorio centrato su queste tecniche. Al termine del percorso si è arrivati alla produzione di un video e di un’ampia documentazione sull’esperienza maturata a L’Aquila: materiali che sono stati poi presentati a Malta nell’ambito del convegno internazionale conclusivo del progetto europeo.

La didattica e la metodologia dei laboratori del Draghetto è dunque frutto di una ricerca costantemente in movimento, che affonda le radici nel teatro di ricerca e si sperimenta continuamente “sul campo” e negli incontri.

Il Draghetto compagnia teatrale di L'Aquila e Teramo di Manuela Del Beato e Mario Villani. Teatro per ragazzi, teatro di strada, teatro nel sociale